I genitori di bambini ansiosi fanno difficoltà a mantenere i loro confini personali.
I loro letti, le loro camere, il loro tempo ed i loro spazi di relax e divertimento diventano lo spazio di invasione delle reazioni ansiose dei loro figli.
Una serie di studi di Eli Lebowitz sull’approccio NVR ai genitori di bambini ansiosi mostra che, quando i genitori imparano a ristabilire e mantenere i loro confini personali, l’ansia e lo stress dei figli diminuiscono significativamente. E cosa non meno importante: anche lo stress dei genitori diminuisce!

Tutti sappiamo che quando nasce un bambino, la disponibilità della mamma è virtualmente illimitata. Probabilmente molti bambini vorrebbero perpetuare questa situazione. Così protestano animatamente quando la mamma diventa gradualmente meno disponibile.
Fortunatamente, le mamme hanno dei loro bisogni personali e riducono progressivamente la loro disponibilità a servire il bambino in maniera illimitata. Il famoso psicoanalista Donald Winnicot coniò l’espressione “una madre sufficientemente buona” per evidenziare che le madri non hanno bisogno di essere perfette.”
Al contrario! Se fossero perfettamente sintonizzate e attente ai bisogni dei loro figli, il bambino probabilmente non crescerebbe bene. I bambini hanno bisogno di madri che non siano sempre immediatamente reattive e disponibili. Quindi anche il mal di testa della mamma o i dolori mestruali possono aiutare il bambino a crescere bene. In questi momenti la disponibilità della mamma diminuisce in maniera naturale, permettendo al bambino di imparare come far fronte alle situazioni da solo.

I bambini con una predisposizione all’ansia (probabilmente una tendenza innata) mettono a dura prova i confini dei loro genitori, chiedendo una protezione totale contro le esperienze spiacevoli durante il corso della loro crescita. Questi bambini trovano difficile dormire o stare da soli, o anche lasciare altri caregivers prendere il posto dei loro genitori. In questi casi, i genitori devono avere un’attenzione speciale per i loro propri spazi, così da resistere ai bisogni eccessivi dei loro figli. Così facendo aiutano i loro figli a crescere! Mentre i comportamenti adattivi dei genitori nei confronti delle richieste e delle aspettative dei figli non fanno altro che aggravare notevolmente i sintomi dei bambini e risultano essere disfunzionali.

Allo scopo di proteggere i confini personali, i genitori devono fare proprie alcune riflessioni, che sono cruciali non solo per il benessere dei figli ma anche per il loro. I successivi consigli e spunti possono aiutare i genitori a fare dei passi in questa direzione.

1. Il mio benessere, la mia energia e la mia privacy sono vitali per mio figlio – Solo i genitori che godono di uno spazio personale e di coppia stabile possono supportare i loro figli contro l’ansia. I genitori che si lasciano trascinare dalle richieste dei loro figli privano loro stessi e i loro bambini dell’esperienza dell’àncora.
2. Mio figlio deve sentire che io non sono preoccupato per le sue paure – I genitori di bambini ansiosi spesso dicono loro “Non c’è ragione di essere preoccupati!” senza, però, riuscire a persuadere i loro figli. Fortunatamente, c’è un altro messaggio che può fornire al bambino ansioso uno spazio di stabilità. Nel nostro lavoro con i genitori di bambini ansiosi abbiamo visto più e più volte che quando i genitori dicono al loro figlio “Io sono in grado di resistere alla tua ansia!” la situazione cambia completamente. Questo messaggio deve essere ovviamente seguito dai fatti. Per esempio, il genitore non deve più proteggere il figlio da ogni esperienza ansiogena. Quando i genitori si sentono sicuri della propria abilità a contrastare l’ansia del figlio, raggiungendo uno stato di maggior controllo su loro stessi, il bambino sperimenta meno ansia. Se, al contrario, i genitori cedono all’ansia, la cosiddetta alleanza sull’ansia viene creata, in questi casi l’ansia del bambino diventa il prodotto dell’ansia originale del bambino sommata alla reazione all’ansia dei genitori.
3. Mio figlio probabilmente fa fronte alle situazioni meglio in presenza di altri che non in mia presenza – I bambini sono solitamente più dipendenti in presenza dei loro genitori. Quando sono con altri sono spesso capaci di mostrare maggior sicurezza e anche maggior coraggio. Questo è vero per due ragioni: a) sanno che i loro genitori possono essere “spremuti” più facilmente, in quanto sono meno capaci di sopportare i loro pianti e le loro richieste e b) la presenza dei genitori rende i bambini più infantili, o in termini psicologici, i bambini “regrediscono” in presenza dei genitori. Questo ha portato la nostra tecnica a coinvolgere la famiglia estesa e gli amici dei genitori come sostenitori nel trattare il bambino ansioso. Molti bambini che prima non erano capaci di dormire da soli nei loro letti sono diventati capaci di farlo quando i genitori sono andati via per il week end, lasciandoli con gli zii.
4. L’ansia non è sempre un’esperienza traumatica. Ciò che è veramente dannoso è essere continuamente protetti dai sentimenti ansiosi – E’ importante per i genitori comprendere che l’ansia è un’emozione auto limitante per ragioni fisiologiche concrete. Infatti, quando l’ansia inizia ad aumentare, il corpo crea processi antagonisti per contenerla. I genitori che non permettono ai loro figli di sperimentare l’ansia per un periodo di tempo relativamente prolungato, in realtà impediscono ai loro figli di vivere questa esperienza. Questi bambini cresceranno nell’idea che se loro non ricevono un’immediata protezione da parte dei genitori in caso di ansia, quest’ansia crescerà fino a portarli al collasso. Per superare questa credenza errata, il bambino deve vivere esperienze di ansia durature. Quando i genitori comprendono questo, possono dire al bambino “Io so di poter sopportare la tua ansia!”. Li sorprenderà sentire che questo è un messaggio calmante, perché implica il fatto che “Io so che anche tu puoi sopportarla!”. I genitori non devono esprimere il secondo pensiero esplicitamente, però, perché questo potrebbe spingere il bambino a provare loro il contrario.
5. Superare l’ansia è un processo a piccoli passi – Sapere questo tutela i genitori ed i bambini dalle delusioni. Infatti, un bambino con ansia da separazione sarà capace di raggiungere un progresso significativo stando da solo prima per 10 minuti, poi per 15 minuti, per 20 e così via. Ogni piccolo passo è un risultato. Un risultato da entrambi i lati. Il genitore può lui stesso sentirsi gratificato nei suoi sforzi da ogni piccolo passo che il figlio riesce a fare.
6. “Supporto al posto di protezione!” – Quando i genitori assumono una posizione supportiva, lui o lei stanno al fianco del bambino, ma è il bambino colui che fa la maggior parte del lavoro. Quando il genitore assume una posizione protettiva, lui o lei stanno tra il bambino e la situazione ansiosa. Il bambino non ha modo di affrontare la situazione, perché il genitore ovvia alla sua necessità di farlo.

In ogni punto qui sopra, i genitori si concentrano su loro stessi, ripristinando e proteggendo il loro spazio personale e genitoriale. Per quanto possa sembrare sorprendente, i genitori possono aiutare meglio i loro figli, focalizzandosi sui loro propri bisogni, rimanendo comunque empatici nei confronti delle necessità espresse dai loro figli.
Così, la prima indicazione (il mio benessere, la mia energia e la mia privacy sono vitali per mio figlio) ricorda ai genitori che hanno bisogno di uno spazio sicuro e protetto per loro stessi, così da fornire maggior sicurezza al loro bambino.
La seconda indicazione (Mio figlio deve sentire che io non sono preoccupato per le sue paure) è una svolta nei tentativi spesso inefficaci dei genitori di calmare i loro figli, aiutandoli a focalizzarsi al contrario nel calmare sé stessi. Questo è un compito che la maggior parte dei genitori può padroneggiare, se si impegna.
Il terzo consiglio (Mio figlio probabilmente fa fronte alle situazioni meglio in presenza di altri che non in mia presenza) ricorda ai genitori che hanno bisogno di supporto, così che il bambino possa godere di una maggior rete di sostegno e loro stessi possano sviluppare un miglior senso di appartenenza.
La quarta indicazione (L’ansia non è sempre un’esperienza traumatica. Ciò che è veramente dannoso è essere continuamente protetti dai sentimenti ansiosi) dice ai genitori che quando loro prendono un respiro profondo e contano fino a cento prima di correre a “salvare” i loro figli, probabilmente prima che loro terminino di contare il bambino non avrà più bisogno di essere salvato.
La quinta (Superare l’ansia è un processo a piccoli passi) protegge i genitori da aspettative autodistruttive. I genitori sono così maggiormente in grado di trasmettere ai loro figli aspettative realistiche.
L’ultima indicazione (“Supporto al posto di protezione!”) aiuta i genitori a superare il bisogno dannoso di agire al posto del loro figlio.

Quando i genitori imparano a implementare questi principi, il loro benessere migliora, così come quello del loro figlio.
Questo è il segreto della funzione dell’àncora genitoriale. I genitori offrono al bambino un’àncora, quando essi apprendono ad ancorare loro stessi.