Nel nostro percorso di psicoterapeuti ci troviamo ad affrontare, in misura sempre più frequente, situazioni in cui i genitori si trovano impotenti di fronte a violenza e comportamenti oppositivi dei figli.

Il ragazzo spintona la mamma dopo un rifiuto
Un tredicenne scaglia un computer contro la porta
Un bambino insulta ed umilia ripetutamente la sorella
Un ragazzo scaglia un pugno al padre che voleva impedirgli di uscire
Un’adolescente esce di casa senza rispettare gli orari stabiliti, omettendo di raccontare dove si sia recata e con chi
Situazioni come queste necessitano di una risposta immediata e risolutiva: il rischio è infatti quello di una lotta genitori figli, in grado di innescare un’escalation di risposte conflittuali e conseguenti atti aggressivi.
In che modo garantire la propria presenza senza alimentare situazioni esplosive o cadere in comportamenti che acutizzino le reazioni dei propri figli?
Come evitare una resa incondizionata davanti ai loro atti violenti?
“Quando abbiamo iniziato il percorso stavamo vivendo una situazione in cui i momenti di crisi di Lucia erano esplosivi: lanciava oggetti contro di me, tirava calci alle porte, mi insultava e io o mi mettevo a piangere di nascosto oppure le tiravo sberle, urlavo e l’aggredivo. Questo mi faceva stare male e le crisi duravano per molte ore, lasciando un senso di malessere generale per tutti. Oggi non è più così. Riesco a non farmi trascinare nel vortice della sua rabbia, a rimanere calma, a rimandare in un secondo momento più favorevole una mia risposta. Questo ha avuto l’effetto di far diminuire sia come intensità, ma soprattutto come durata, le reazioni di Lucia. In breve tempo, lei riesce a recuperare la calma ed è possibile parlare con lei di quanto accaduto.”